Il decreto sul reddito di cittadinanza è stato approvato il 17 gennaio 2019.
Si può presentare domanda a Poste italiane (presso gli sportelli), in via telematica all’INPS oppure presso un CAF.
I requisiti:
- Essere cittadini italiani, europei o lungo soggiornanti e risiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in via continuativa;
- ISEE inferiore a 9.360 euro annui;
- Patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, fino ai 30.000 euro annui;
- Patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro che può arrivare fino a 20.000 per le famiglie disabili
- 255.000 nuclei familiari con disabili riceveranno il Reddito di Cittadinanza.
La verifica dei requisiti spetta all’INPS.
Il beneficiario del reddito di cittadinanza, pena la perdita del beneficio, deve sottoscrivere un accordo col centro per l’impiego accettando di frequentare corsi di formazione, di partecipare a lavori socialmente utili e di accettare almeno una delle tre offerte lavorative che gli verranno proposte.
Altresì qualsiasi variazione della situazione occupazionale di uno o più componenti del nucleo familiare va comunicata entro 30 giorni, pena la perdita del beneficio, all’INPS.
Il reddito sarà erogato per 18 mesi, prorogabili per altri 18, con sospensione di un mese, attraverso una carta prepagata di Poste Italiane.
Offerte lavorative:
- entro i primi 12 mesi, la prima offerta di lavoro potrà arrivare nel raggio di 100 km – 100 minuti di viaggio. Se viene rifiutata la seconda offerta potrà arrivare nel raggio di 250 km. E se anche questa viene rifiutata, la terza offerta potrà arrivare da tutta Italia;
- dopo il primo anno, anche la prima offerta potrà arrivare fino a 250 km, mentre la terza potrà arrivare da tutto il territorio nazionale;
- dopo i 18 mesi tutte le offerte possono arrivare da tutto il territorio nazionale.
- Per le famiglie con persone con disabilità le offerte di lavoro non potranno mai superare i 250 km.
Reddito di Cittadinanza, le regole da seguire:
“I beneficiari del Reddito di cittadinanza non saranno soli”. Il governo ha annunciato di aver messo in campo “una squadra che indirizzerà i beneficiari tenendo conto delle singole esigenze”:
- Se il richiedente è “adeguatamente formato”, dovrà siglare il Patto per il Lavoro con un Centro per l’Impiego o un’Agenzia per il Lavoro;
- Se ha bisogno di ulteriore formazione, siglerà il Patto per la Formazione con Enti di formazione bilaterale, Enti interprofessionali o Aziende;
- Se non è in condizione di lavorare, siglerà il Patto per l’Inclusione Sociale che coinvolgerà sia i servizi sociali che i Centri per l’Impiego;
- Nell’ambito del Patto per il Lavoro e del Patto di Inclusione, i beneficiari saranno tenuti a partecipare a progetti utili alla collettività predisposti dai comuni, fino ad 8 ore settimanali.
Sono esonerati dal sottoscrivere il Patto per il Lavoro e il Patto di Inclusione:
- gli individui con disabilità tale da non consentire un accesso al mondo del lavoro;
- le persone che assistono figli di età inferiore ai 3 anni oppure individui non autosufficienti.
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