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Licenziamento Lsu ditte private

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A partire dal primo gennaio 2020 le scuole italiane non saranno più curate da ditte esterne di pulizia ma sempre dagli stessi lavoratori, che diverranno dipendenti statali: da questa data in poi i servizi di pulizia ed ausiliari nelle Scuole statali saranno affidati esclusivamente a personale dipendente appartenente al profilo di Collaboratore Scolastico.

Dalla stessa data cesseranno in via definitiva i contratti attualmente in essere con le imprese di pulizia, come previsto dalla Legge 30.12.2018 n. 145 “Legge di Bilancio 2019”.

Con la nota 30064 del 20 dicembre 2019 pubblicata dal MIUR, si chiarisce che la legge sull’internalizzazione dei servizi di pulizia ha previsto che gli appalti di pulizia proseguano per il periodo compreso tra il 1° gennaio e il 29 febbraio 2020.
A questo scopo la norma prevede lo stanziamento di risorse specifiche per assicurare la copertura finanziaria di tali servizi e mantenere le idonee condizioni igienico-sanitarie nelle scuole garantendo la loro funzionalità.

I posti accantonati sono pertanto resi disponibili e riservati interamente per l’assunzione in ruolo dei dipendenti a tempo indeterminato delle ditte di pulizia a cui attualmente sono affidati i servizi, aventi determinati requisiti. Si tratta degli ex lavoratori socialmente utili (Lsu), disoccupati, cassaintegrati o impiegati di appalti storici che a fine degli anni ‘90 dovevano essere stabilizzati negli enti locali per la pulizia delle scuole, salvo poi essere dirottati nelle cooperative quando si decise di privatizzare il servizio.

 la legge di Bilancio per il 2019 prevede che Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca è autorizzato ad avviare un’apposita procedura selettiva, per titoli e colloquio, finalizzata ad assumere alle dipendenze dello Stato, a decorrere dal 1° gennaio 2020, il personale impegnato per almeno 10 anni, anche non continuativi, purché includano gli anni 2018 e il 2019, presso le Istituzioni Scolastiche ed Educative Statali, per lo svolgimento di servizi di pulizia e ausiliari, in qualità di dipendente a tempo indeterminato di imprese titolari di contratti per lo svolgimento dei predetti servizi.

I lavoratori delle pulizie saranno assunti nel profilo dei collaboratori scolastici.

Le assunzioni dei lavoratori delle ditte di pulizia, conseguentemente, avverranno dal 1° marzo 2020 per 11.263 posti: ma gli ex-Lsu sono di più. Le stesse ditte, sul piede di guerra, hanno già avviato le procedure di licenziamento per tutti.

Scaduti l’8 gennaio, per gli ex Lsu con almeno 10 anni di servizio, i termini di presentazione della domanda, gravi esclusioni sono state riscontrate nel concorso per le immissioni in ruolo del personale Ata. Se l’associazione Radamante ritiene che per presentare ricorso occorrano 36 mesi di supplenze, pure non continuative, per Anief invece hanno diritto a impugnare l’esclusione dal piano di assunzioni i collaboratori scolastici che hanno svolto servizio nello stesso arco temporale minimo richiesto agli ex Lsu, quindi almeno entro 24 mesi dall’approvazione della direttiva comunitaria 70/99.

La procedura selettiva, che si svolge su base provinciale, è finalizzata all’assunzione con rapporto di lavoro a tempo pieno e/o parziale al 50% ed indeterminato di 11.263 unità da immettere nei ruoli provinciali presso le istituzioni scolastiche statali nel profilo professionale di collaboratore scolastico.

I requisiti richiesti sono i seguenti:

  • 10 anni di servizio nelle scuole anche non continuativi l’importante è che sia compreso anche l’anno 2018/2019;
  • licenza media;
  • essere cittadino italiano o di altro Paese dell’Unione europea;
  • godere dei diritti civili e politici nello Stato di appartenenza;
  • essere idoneo fisicamente allo svolgimento delle mansioni richieste;
  • essere in regola con il servizio di leva per coloro che ne hanno l’obbligo.

Il sindacato Anief conferma tutte le sue perplessità su tale procedura: pur non avendo nulla da eccepire contro la stabilizzazione di personale precario delle cooperative da oltre 10 anni, il sindacato ritiene che con questa modalità si sta producendo una vera discriminazione nei confronti di decine di migliaia di lavoratori supplenti statali per i quali non è prevista alcuna immissioni in ruolo

“Tutti coloro che hanno prestato almeno 36 mesi di servizio a partire dall’anno 2000, secondo noi, hanno pieno diritto a essere stabilizzati nella pianta organica dello Stato, anche alla luce delle indicazioni dell’Unione Europea”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

“Ci sono circa quarantamila Ata dimenticati dal bando, che apre le porte della stabilizzazione solo ai lavoratori delle cooperative”, prosegue Pacifico: “secondo i nostri legali, tutte le unità di personale Ata che hanno stipulato nel corso dell’ultimo ventennio dei contratti a termine per svolgere la stessa mansione hanno pieno diritto a essere stabilizzati allo stesso modo degli ex Lsu. Abbiamo studiato la normativa, la quale non prevede differenze di inquadramento professionale tra lavoratori che operano nello stesso ambito: investiremo del problema i tribunali italiani e, se necessario, arriveremo alla Corte di Giustizia europea”.


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