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Lavoro Irregolare In Italia: Le Nuove Strategie Del Governo Per Combatterlo.

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In Italia, il fenomeno del lavoro irregolare coinvolge quasi 3 milioni di persone, ovvero circa il 12% dell’intera forza lavoro. Tra i settori più colpiti spicca quello domestico, dove oltre il 50% delle posizioni risulta irregolare. Un dato allarmante, soprattutto considerando che un quarto dei lavoratori sommersi opera proprio in questo ambito.

Per fronteggiare questa situazione, il Ministero del Lavoro ha lanciato un Piano nazionale con l’obiettivo di ridurre il lavoro sommerso. Il programma prevede di aumentare le ispezioni del 20% rispetto al periodo 2019-2021 e di ridurre il tasso di irregolarità di almeno 2 punti percentuali nei prossimi tre anni.

Quando si parla di lavoro sommerso, ci si riferisce principalmente a due categorie: lavoro nero, totalmente invisibile dal punto di vista legale e contributivo e lavoro grigio, dove esistono alcune formalità, ma molte irregolarità restano nascoste. Questo può includere ore lavorative non dichiarate, contratti falsi o appalti non conformi. Nei servizi, oltre 2,3 milioni di lavoratori risultano irregolari, con i settori del commercio, della ristorazione e delle attività professionali in cima alla lista. Anche se settori come l’agricoltura e le attività artistiche mostrano percentuali più contenute, il loro impatto nel contesto generale del lavoro sommerso rimane significativo.

Il governo non punta solo ad aumentare i controlli e le ispezioni. Il nuovo piano prevede anche: sanzioni più severe per le aziende che operano in modo irregolare, maggiore trasparenza nelle pratiche aziendali, rendendo più difficile mantenere una reputazione positiva per chi non rispetta le normative, sostegno ai lavoratori vulnerabili per evitare che cadano nella trappola del lavoro nero o grigio.

L’obiettivo è non solo ridurre il tasso di irregolarità, ma anche promuovere un mercato del lavoro più equo e giusto per tutti, proteggendo i diritti dei lavoratori e migliorando la competitività delle imprese regolari. Con ispezioni mirate, sanzioni più incisive e misure di sostegno per i lavoratori più vulnerabili, si può costruire un futuro lavorativo più giusto e regolare per tutti.

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