Il miglioramento della speranza di vita porterà per il biennio 2019-2020 alla modifica dei requisiti per conseguire la pensione. La Circolare 62/2018 dell’INPS ha rivisto al rialzo l’età in cui si potrà andare in pensione di vecchiaia contributiva che dal 1°gennaio 2019 sarà pari a 71 anni. Saranno necessari 64 anni di età per accedere alla pensione anticipata contributiva, mentre l’anzianità contributiva resterà pari a 20 anni;
Le altre variazioni previste sono:
- Pensione anticipata uomini, 43 anni e 3 mesi, (2249 settimane);
- Pensione anticipata donne, 42 anni e 3 mesi; (2197 settimane);
- Pensione anticipata lavoratori precoci, 41 anni e 5 mesi di anzianità contributiva, (contro i 41 anni attuali);
- Pensione di vecchiaia, 67 anni per tutti.
Ci saranno delle modifiche anche per la Totalizzazione delle Pensioni in regime di cumulo (Dlgs 42/2006) e per l’assegno sociale: saranno necessari per il primo 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica, oppure 66 anni (il tutto, fermo il criterio delle finestre mobili pari a 21 mesi per la totalizzazione di anzianità e di 18 mesi per quella di vecchiaia) e per il secondo si passerà dagli attuali 66 anni e 7 mesi a 67 anni.
I cambiamenti non ci saranno per tutti: i dipendenti che hanno svolto lavori usuranti per metà della loro vita potranno andare in pensione al raggiungimento di quota 97,6, con un minimo di 35 anni di contributi. Tra questi anche gli insegnanti.