Il 26 marzo 2019 è stata approvata la riforma del copyright, che rivoluzionerà alcune piattaforme e, probabilmente, segnerà la fine di altre. Il rischio è che le piattaforme online finiscano per bloccare una quantità eccessiva di contenuti per limitare i rischi di natura legale.
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A settembre 2018 si era parlato dell’Articolo 13. Esso avrebbe consentito un controllo più adeguato ai contenuti caricati sulle varie piattaforme online (non solo YouTube, ma anche Facebook e Instagram).
Il 26 marzo 2019, il Parlamento Europeo radunato in sessione plenaria a Strasburgo ha votato a favore della riforma del copyright con 438 parlamentari a favore, 226 contro e 39 astenuti. L’ultima versione dell’Articolo rappresenta un miglioramento rispetto a quella approvata nel settembre 2018: le piattaforme non dovrebbero essere soggette ad alcuna responsabilità per i singoli contenuti caricati dagli utenti, in particolare nei casi in cui né il titolare dei diritti né la piattaforma sono in grado di stabilire con precisione a chi appartengano i contenuti.
L’Articolo 13, prevede quindi che le piattaforme online esercitino una sorta di controllo su ciò che viene caricato dai loro utenti, in modo da escludere la pubblicazione di contenuti protetti dal diritto d’autore e sul quale gli utenti non detengono diritti.
Sono sono stati introdotti diversi obblighi, le cui conseguenze non sono state precisate, che potrebbero essere imposti alle piattaforme, ai creatori di contenuti e ai titolari dei diritti.
Le piattaforme dovranno impegnarsi a rimuovere tutti i contenuti illeciti e prevenirne la loro futura pubblicazione come una sorta di “filtro”.
Il rischio è che le piattaforme online finiscano per bloccare una quantità eccessiva di contenuti per limitare i rischi di natura legale.
Fonte:
Sito www.casadelconsumatore.it
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