Mobilità 2019: Contratto, trasferimenti interprovinciali al 50%
Il MIUR nella riunione del 5 dicembre ha stabilito di apportare le seguenti modifiche: abolizione degli ambiti territoriali e della chiamata diretta. In particolare è stata raggiunta l’intesa sulla rimodulazione delle percentuali da destinare alla mobilità per il prossimo anno agevolando le possibilità di ottenere trasferimento interprovinciale anche rivedendo i meccanismi di elaborazione dei passaggi di ruolo e di cattedra che quest’anno avverranno simultaneamente.
Tra i punti più importanti le questioni riguardanti la riduzione al 50% delle disponibilità per i trasferimenti da posto di sostegno a posto comune e la mobilità tra e verso i licei musicali.
- la mobilità avverrà su istituzioni scolastiche con una domanda unica per mobilità provinciale ed interprovinciale nella quale sarà possibile esprimere fino a 15 preferenze, anche tutte su sedi scolastiche, oltre che sintetiche per comuni, distretti e province.
- vengono ripristinate le 3 fasi “tradizionali” precedentemente in uso al varo della legge “107”: comunale, provinciale, interprovinciale;
- è finalmente stata prevista un’unica data di pubblicazione degli esiti, circostanza che oltre ad anticipare i tempi delle operazioni di mobilità, potrà garantire la massima ottimizzazione dei posti a disposizione.
- sarà garantita per quest’anno e comunque almeno nel primo anno di vigenza del contratto triennale,una percentuale più alta, rispetto al passato, per i trasferimenti interprovinciali per consentire il rientro nelle province di residenza di un maggior numero di docenti vittime dell’algoritmo per tenere conto dei trasferimenti forzosi operati dalla legge 107. Sull’intero contingente dei posti disponibili preliminarmente alle operazioni annuali di mobilità il 50% sarà destinato ai trasferimenti (rispetto al 40% degli ultimi due anni), l’altro 50% alle immissioni in ruolo. Nei due anni successivi, a regime, si andrà ad un riequilibrio tra le due procedure.
l’amministrazione, contravvenendo a quanto prevede l’art. 22, c. 4, del CCNL, vorrebbe bloccare la mobilità per tre anni anche al personale docente che ottiene il trasferimento su scelta sintetica o su provincia. Il citato contratto prevede detta possibilità solo nel caso si ottenga la scuola richiesta volontariamente da posto di sostegno a posto comune venga ridotta della metà l’aliquota dei posti disponibili; il problema dei licei musicali, in particolare è in elaborazione una proposta per i docenti utilizzati da diversi anni nei Licei Musicali tale da permettere di dare una risposta alle loro istanze di mobilità professionale e dunque di continuità didattica, ma con la volontà di salvaguardare la domanda di mobilità territoriale.
Fonte: Sito Orizzonte Scuola