Abolito il FIT e gli ambiti territoriali. 24 CFU indispensabili per il concorso. Mobilità si resta 5 anni nella stessa sede.
Con la legge bilancio viene stravolto un altro pezzo della legge 107 nella parte relativa ai concorsi a cattedra.
Requisiti di accesso
Per accedere ai prossimi concorsi a cattedra basterà la laurea e aver conseguito 24 crediti formativi in discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche.
Saranno esentati “I soggetti in possesso di abilitazione per altra classe di concorso o per altro grado di istruzione sono esentati dal conseguimento dei CFU e CFA, fermo restando il possesso del titolo di accesso alla classe di concorso ai sensi della normativa vigente.”
Posti riservati per i precari storici che abbiano svolto, nel corso degli otto anni scolastici precedenti l’avvio delle procedure concorsuali almeno tre annualità di servizio, anche non successive su posto comune o di sostegno, presso le istituzioni del sistema educativo di istruzione e formazione, di poter partecipare per un numero di posti riservati pari al 10%.
Inoltre, i predetti soggetti possono partecipare, altresì, alle procedure concorsuali senza aver conseguito i 24 CFU, per una tra le classi di concorso per le quali abbiano maturato un servizio di almeno un anno.
Concorso diventa abilitante
Nel testo di riforma, inoltre, leggiamo che il superamento delle prove concorsuali costituisce abilitazione all’insegnamento per le medesime classi di concorso per le quali si è partecipati. Per quanto riguarda il sostegno, nel testo si specifica che non ci saranno idonei, la graduatoria a fine concorso, infatti, sarà composta da un numero di soggetti pari, al massimo, ai posti messi a concorso e le graduatorie avranno valenza biennale.
Stop mobilità, 5 anni nella stessa scuola
Chi vince rimane 4 anni nella stessa scuola in cui ha svolto l’anno di prova. Nel testo della bozza della legge di bilancio è scritto che il docente vincitore del concorso che viene assunto “è tenuto a rimanere nella predetta istituzione scolastica, nel medesimo tipo di posto e classe di concorso, per almeno altri quattro anni, salvo” il docente sia soprannumerario o possessore di 104″.
Modifiche alle prove concorsuali
Per i posti comuni le prove scritte saranno due e un orale.
Secondo il maxi-emendamento, le modalità della prova orale potrebbero subire un cambiamento. Infatti l’obiettivo della prova sarà di valutare il grado delle conoscenze e competenze dei candidati nelle discipline facenti parte della classe di concorso. Nessuna modifica, invece, alle conoscenze linguistiche dei candidati. Infatti, la bozza prevede che la prova orale verifiche anche la conoscenza di una lingua straniera europea almeno di livello B2. Resta anche la necessità di appurare le competenze didattiche nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Per quanto riguarda il sostegno, le prove saranno due: uno scritto e un orale. Nella prova scritta l’obiettivo sarà di valutare il grado delle conoscenze e competenze del candidato sulla pedagogia speciale, sulla didattica per l’inclusione scolastica e sulle relative metodologie.
Valorizzazione titoli
Tra le novità introdotte anche quella secondo cui, nell’ambito del concorso, in fase di attribuzione del punteggio ai titoli posseduti, si valorizzeranno particolari titoli e percorsi:
- dottorato di ricerca;
- abilitazione specifica conseguita attraverso percorsi selettivi di accesso;
- superamento delle prove di un precedente concorso ordinario per titoli ed esami nelle specifiche classi di concorso;
- titoli accademici nell’ambito della pedagogia speciale e didattica dell’inclusione.
Addio FIT
Il percorso triennale di formazione dei docenti previsto dalla riforma Renzi dopo aver superare un concorso è stato abolito .
Chi vincerà il concorso sarà assunto a tempo indeterminato e svolgerà un anno di prova e formazione come supplente. Inoltre, è prevista la possibilità di ripetere quest’anno di prova.
Il docente rimarrà nella stessa scuola in cui ha svolto l’anno di prova anche per i successivi 4 anni, senza poter chiedere mobilità.
Addio ambiti territoriali
Anche gli ambiti territoriali vengono aboliti. I docenti saranno nuovamente nominati su scuola un po’ come le vecchie norme.
Fonte: Sito Orizzonte Scuola