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Pensioni e Quota 100. Cosa accadrà?

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Col recentissimo insediamento del governo giallo-rosso non è facile prevedere come si stabilizzerà l’assetto del sistema previdenziale nazionale in riferimento ai pensionamenti anticipati.

Per ciò che concerne Quota 100 (ossia la misura sperimentale introdotta per il triennio 2019-2021 con cui si consente di andare in pensione con 62 anni di età anagrafica e 38 anni di età contributiva) si sono avute voci circa possibili modifiche. Tuttavia rassicurazioni sul fatto che non sarà cancellata si sono avute proprio dal neo ministro dell’Economia, Gualtieri, il quale è intervenuto per assicurare sulla permanenza di Quota 100 (almeno fino al termine della pratica sperimentale nel 2021), dopo le ipotesi emerse circa modifiche sugli elementi, come anni di contributo (taglio di un anno) o di anzianità (innalzamento da 62 a 64 anni).

Il ministro ha dichiarato che” Quota 100 ha una durata triennale e l’orientamento è lasciare che vada a esaurimento”. Resta però comunque  non positivo il giudizio di Gualtieri sulla stessa Riforma pensioni, il che fa pensare che già dalla Legge di Bilancio del prossimo anno potrebbe cambiare qualcosa sulla Quota 100.

Gualtieri ha altresì affermato che “l’Iva non salirà e Quota 100 resterà fino a scadenza. In un quadro di risorse scarse l’intervento sulle pensioni andava fatto in modo diverso; ma è sbagliato modificare costantemente le regole del gioco in materia previdenziale”.

Si resta in attesa di una conferma attraverso la legge di bilancio.

Per quanto riguarda Ape Volontaria e Ape Sociale (appannaggio di chi ha almeno 63 anni di età con 30 0 35 contributi, a seconda delle categorie) sì va verso la proroga; sulla seconda è possibile una modifica dei requisiti, con l’obiettivo di estenderne la platea di beneficiari.

Verso la proroga anche Opzione Donna, che consente di andare in pensione con 58-59 anni di età e 35 di contributi per le lavoratrici autonome. Possibile qualche modifica dato che le neo pensionate, attualmente, rinunciano circa ad un terzo del loro stipendio mensile.

Nessuna modifica prevista in ordine ai lavoratori precoci, cui è consentito di ritirarsi anche prima dei 60 anni di età poiché conta solo il requisito contributivo che deve essere pari ad almeno 41 anni, indipendentemente dall’età anagrafica.


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